Roma-Siena, un commento

Devo proprio? Perchè a parlare di Roma oggi si rischia di finire spettinati come Luis Enrico e fare la figura del pezzente al cospetto di Giuseppe Sannino da Ottaviano, provincia di Napoli, vestito anche meglio dell’asturiano nel completo nero camicia bianca e cravatta nera. Il nostro eroe si presenta ai microfoni di Sky con una cravatta con i bordi bordeaux e sento già la nostalgia dell’abbigliamento griffato As Roma di Spalletti e Ranieri. Ma la Roma di DiBenedetto ce l’ha una divisa ufficiale? No perchè saltando di palo in frasca il futuro – probabilmente martedì – presidente della Roma sbarca a Fiumicino e va subito a parlare con il sindaco dello stadio, francamente non so nemmeno se ha incontrato la squadra. Non è che pensa di avere a che fare con 32 manovali? Perchè la definizione si potrebbe adattare a Greco e Cassetti ma non certo a una rosa che succhia circa 75 milioni di euro a stagione. Con il massimo rispetto per i manovali perchè loro un lavoro ce l’avranno sempre, non so mica i calciatori e i blogger. Così, se qualcuno lo sa, risponda qua sotto.

Tornando al motivo poi di questo post – che non sarebbe altro che l’incazzatura per la partita di ieri – e io che devo dire? Non c’è una cosa che funziona. Siamo alla quinta partita ufficiale, 3 pareggi e due sconfitte. Ieri dobbiamo ringraziare la cattiva mira degli avanti del Siena, che hanno avuto sette occasioni e ne hanno trasformata solo una.

Dico quello che penso in ordine sparso: la squadra non è sufficientemente corta, il Barcellona gioca in trenta metri noi siamo spalmanti su 50, inevitabilmente si aprono buchi dappertutto. Parte tutto da qui, soprattutto i preoccupanti sbandamenti difensivi in cui Buridisso e Kjaer sono costretti a recuperare continuamente e salvare il salvabile. Il possesso palla non è abbastanza veloce, non progredisce, non mangia campo e poi c’è un equivoco di fondo: Borriello e Osvaldo non possono partire dall’esterno. Per assurdo è un’idea di squadra che si sarebbe adattata benissimo a Vucinic e Menez, veloci e abili ad aprire le difese partendo dai lati. Poi, difensivamente regaliamo occasioni anche in 5 contro 2 perchè i difensori sono costretti a correre verso la porta inseguendo gli avversari. È tutto sbagliato, non c’è una cosa che vada per il verso giusto ed è anche difficile pensare che domenica la situazione si possa ribaltare completamente. Fino al 16 ottobre abbiamo Parma domenica sera, Atalanta in casa sabato 1° ottobre (ore 18), poi c’è la pausa, dopo arriva il derby. Credo che quel giorno avremo il redde rationem: o ne usciamo come squadra o affonderemo individualmente.

Ps: mi viene il nervoso a vedere Joe Tacopina in tribuna accanto a DiBenedetto. Innanzitutto perchè ha un nome da fumetto di un quotidiano su un armadillo sfigato che cerca di attraversare una strada a Dallas e non ci riesce perchè aspetta che la strada sia completamente vuota. Poi perchè è stato in mezzo alla storia dell’acquisizione del Bologna con uno come Rezart Taçi, un amico di Silvio Berlusconi che ha avuto i suoi bei problemi con la giustizia (albanese) e che ora è tra gli sponsor del Milan.

Pps: per opportunità stendo un velo pietoso sulla scelta del portiere.

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