Se qualcuno ha iniziato, smetta subito di farsi le pippette dopo la vittoria in quel di Parma. Primo tempo molto bloccato, con la Roma molto nervosa e preoccupata di prendere gol di infilata che ha evidenziato i soliti problemi: squadra lunga, troppo lunga, per una preoccupante spaccatura tra le linea difensiva composta da Kjaer-De rossi-Heinze e Perrotta-Pjanic che fuggivano in avanti lasciando i tre di cui sopra soli ad impostare e con le sole opzioni Totti-J.Angel a disposizione; poca velocità nel fraseggio. Dopo gli evidenti suggerimenti (non vorrei chiamarli urli) di Luis Enrique nell’intervallo, la squadra si è presentata in campo più quadrata, il gioco di Pjanic è salito di almeno due livelli e tutti ne hanno beneficiato. È arrivato il gol e un paio di buone occasioni. Discreto anche l’innesto di Bojan.
Poi ultimi 10 minuti in affanno, anche per un inevitabile declino fisico causato da un gioco che fa spendere molto.
Vorrei aggiungere che dall’altra parte della linea di metà campo c’era il nulla: il Parma è una formazione imbarazzante, con un solo giocatore sopra la media, Giovinco. Ieri Colomba ha schierato 7 difensori ed è stato assolutamente incapace di azionare quelle contromosse che contro Cagliari e Siena ci hanno messo in difficoltà. Senza contare Biabiany, che ha divorato un gol clamoroso.
Tra i giallorossi bene Totti, che ha guidato la squadra, benino Osvaldo (secondo gol in 4 giorni), da registrare i collegamenti tra i reparti. Sontuoso Heinze. Rosi attento; Jose Angel arrembante, forse troppo; Lobont mediocre: sul Corsport ha preso 6,5. Ci sarà da parlarne in “Che partita hai visto?”.
Ora calma: sabato alle 18, all’Olimpico contro l’Atalanta sarà durissima. I bergamaschi senza la penalizzazione sarebbero primi in classifica, 3 vittorie e un pareggio. Attenti.