Perché quando si invoca un tavolo bisognerebbe essere in grado di specificare apertamente di cosa si vuole parlare. Organizzare il prossimo Capodanno? Tresette? Poker? Invocare mal comune mezzo gaudio o peggio tutti rubano nessuno ruba? Questa è la tentazione più forte di noi italiani, conformisti fino al midollo, preoccupati che “chiodo che sporge è preso a martellate”. Ci ossessiona la diversità e non c’è niente che ossessiona di più dell’essere colpevoli. E poi a pensarci bene quella Juve pagó più di tutti – perché era più colpevole – ma era in buona compagnia: Milan (forse un po’ aiutato ma sapete Silvio Berlusconi), Lazio, Fiorentina, Reggina, arbitri, uomini chiave della Federazione…
Peró no, mal comune mezzo gaudio no, cambiare tutto per non cambiare niente no, tutti colpevoli nessun colpevole no.
Infatti Monociglio invoca un tavolo politico, dove le responsabilità giuridiche e processuali siano affossate per fare spazio alle chiacchiere, sbattere sul tavolo la forza di una famiglia che sta cercando di lasciare l’Italia che affonda e non capisco perchè non faccia altrettanto con la Juventus. Che già ha un nome straniero, be’ che si iscriva al campionato svizzero, belga o polacco.
Sarebbe bello che il tavolo serva per restituire valori a questo ambiente, almeno un poco, giusto il necessario per ricordare a questi cattivi degni di film fantasy della domenica pomeriggio di Canale 5 che il calcio sarebbe uno sport anche se muove fantastigliardi, che basta alle partite spalmate dal venerdì al lunedì (andate a leggere il calendario, la Roma tra ottobre e fino a Natale avrà giocato la domenica alle 15 due volte su otto), basta col calciomercato del ricatto, basta coi monocigli e anche con le zanne gialle, per par condicio, che si diano un’aggiustata, si rendano presentabili prima di sedersi al tavolo.


