Frasi sibilline di Daniele De Rossi, in un’intervista per il programma di Radio2 Rai Io, Chiara e l’Oscuro.
«L’etichetta da supereroe, il soprannome ‘Capitan Futuro’, non me li vedo proprio attaccati addosso. Credo che ci sia un termine preciso: prenderò la fascia quando l’attuale capitano, anzi il capitano di ogni epoca, smetterà. Rassicurare la gente sul mio futuro? Ma il cuore è fatto apposta per palpitare».
Un colpo al cerchio e uno alla botte… Capitano dopo Totti. Allora firma! L’intervista è continuata.
«Capello mi ha fatto del bene, è stato forse il più importante per la mia crescita professionale (come quando gli consigliò di prendere esempio da Emerson e non da Totti? Ndr). Anche Lippi però è stato quasi un padre».
«Con Tossi siamo molto diversi, come caratteri, come tutto, ma siamo sempre andati d’accordo. Francesco è il classico romano, sembra quasi di un’altra epoca, spavaldo, sicuro di se stesso, con personalità, si porta dentro una luce. A Roma è qualcosa di unico. È un po’ permaloso, questo è vero. In passato abbiamo litigato, non ci siamo parlati per un po’. Il motivo? Non me lo ricordo, è passato tanto tempo…». Litigio che Totti ha sempre smentito. (Me lo ricordo ancora quando dopo un gol neanche si abbracciavano… cos’era? Il 2009? Tra il 2009 e il 2010? Ndr)
«Luis Enrique ha delle idee precise, calcistiche e comportamentali, non scende a compromessi. È uno che ha la sua strada e la percorre dritto per dritto. Vincere quest’anno? Ho paura di no…».
«Berlusconi? Eravamo arrivati a un punto in cui il cambio era nell’aria, ed era anche necessario. Ma io non vado a votare perchè non ho una grandissima opinione della classe politica»