ter Stegen 5,5 – ha la faccia e la prosopopea di uno di quei personaggi di Trainspotting, capello ariano ma occhio spento, algido, insomma un tossico. Sbaglia l’uscita sul gol di Lewandowsky;
Jantsche 5,5 – primo tempo attendista, secondo più propositivo, così il suo diretto avversario, quello con la strana B scritta sulla maglietta, lo prende a pallate;
Stranzl 6,5 – non gli dai due lire, alto alto, gambette secche, un Dainelli malato. Però non sbaglia mai il tempo dell’intervento e per Lewandowsky è un pomeriggio duro;
Dante 6,5 – con il compagni di reparto costituisce una morsa d’acciaio. Si catapulta spesso nella metà campo avversaria;
Daems 5,5 – soffre le accelerazioni di Gotze e allora cerca di limitare i danni. Non sempre ci riesce, è un caso se il tedeschino volante non se ne torna a casa con due gol nel paniere;
Herrmann 5,5 – va a folate. Ne fa un paio inquietanti che mettono a soqquadro da difesa dei gialli ma in mezzo c’è un’ora e un quarto di nulla;
Neustadter 6,5 – è la spina dorsale della squadra, quadrato e solido come solo un tedesco riesce ad essere, più difensivo ma onnipresente;
Nordtveit 5,5 – scuola Wenger (la passata stagione all’Arsenal con 0 presenze) questo norvegese è un altro pischello che “rischia” di fare grande questa squadra. Però contro il Dortmund gli è mancata la scintilla;
Arango 5,5 – anche lui vorrebbe dare la scintilla. Non ci riesce mai, ad eccezione della splendida azione del gol che ha ispirato;
Hanke 6,5 – questo va a 300 all’ora e ogni tanto ricorda anche di portare la palla con sé. Poi la imbusta. Che volete di più da un crucco?
Bobabilla 5,5 – fisicamente ricorda Hulk del Porto, uno Schwarzenegger con la tecnica per intenderci. Resta tutta la sera con le polveri bagnate e con la voglia di divorare il mondo, poi sforna un assist al bacio al collega;
Browers e Leckie sv – troppo poco per insultarli. Sarà per un’altra volta;
Favre 6 – a sprazzi il Gladbach fa vedere cose egregie. IL dubbio è se riusciranno a rendere anche quando le gambe non gireranno al 1000%.
Weidenfeller 6 – il Gladbach è spigliato ma non riesce mai a puntare deciso ai pali della sua porta. Però sta sul chi vive e lascia l’iPad in panchina;
Piszczek 6 – mette il caschetto e scende in trincea col fucile spianato. Nessuno di avvicina, controlla Arango fino alla capitolazione;
Santana 5,5 – lanciato nell’undici titolare dal forfait di Subotic, non è per niente discreto: i falli più eclatanti sono i suoi come gli interventi più spericolati. Sarà per quella cresta che ha in testa ma l’impressione è che non possa mai essere una forza tranquilla e sicura per la squadra
Hummels 6 – interviene solo quando è strettamente necessario. Sciorina passaggi e lanci calibrati;
Schmelzer 6 – tira dei bei calci d’angolo, spinge il giusto, difende con vigore;
Kehl 5,5 – entità oscura ed eminenza grigia della squadra… insomma è spento;
Gundogan 6 – cerca di registrare gli sforzi della squadra e di indirizzare gli spunti dei talenti davanti. Tempo perso, poi si butta in avanti anche lui e la squadra perde equilibrio;
Gotze 7 – generazione motorino: parte palla attaccata ai piedi, a cento all’ora oppure taglia veloce il campo per ricevere il suggerimento dei compagni, spesso di Kagawa, a volte di Lewandowsky. Il futuro è suo;
Kagawa 6,5 – l’asse che compone con Gotze è una delle armi più letali della Bundesliga;
Grosskreutz 6,5 – esce fuori alla distanza, con due o tre allunghi che sarebbero potuti diventare decisivi;
Lewandowsky 6 – fa la boa per gli inserimenti dei colleghi, segna un gol ma non scalderà mai il mio cuore;
Perisic 5 – fa poco;
Barrios 5 – poraccio, dopo l’infortunio in Coppa America ha perso la magia;
Blaszczykowsky sv – con un cognome così è immarcabile. Immaginate l’allenatore avversario che deve indicare la marcatura: “Prendi… quello… sì marca quello… con tutte quelle consonanti”.
Klopp 6,5 – gli manca il colpo del kappao;