Roma-Fiorentina, un’analisi

Non c’è niente che mi dà più gusto di tre pappine rifilate a Delio Rossi. E sentire la curva Sud “inneggiare” all’ex tecnico della Lazio. Ascoltata la voce del popolo, spero che a Sabatini non passi più per l’anticamera del cervello l’idea Rossi manco se si tratta di portare Valentino Rossi in visita alla squadra…

La prima mezz’ora la Roma non c’era: circolazione palla inesistente, Totti cercava di giocare troppo da punta mettendo da parte il suo ruolo di regista offensivo, mentre Gago, Viviani e Greco non riuscivano a fare gioco. Il problema era l’intesa tra l’argentino e il giovane prodotto del vivaio giallorosso. Costretto a giocare mezzo destro, Viviani è sembrato impacciato e molto impreciso. Ma non può e non deve essere una bocciatura: il ragazzo deve fare le sue esperienza. Leggermente meglio dalla parte di Greco con Leandro che cercava di inserirsi in area di rigore per sfruttare gli spazi aperti dai tagli di Bojan e Lamela.

Con Perrotta in campo dall’inizio del secondo tempo, la situazione è migliorata ma è anche vero che la Fiorentina ha iniziato a fare fatica a ripartire. L’ex clivense non solo ha garantito maggiore copertura ma ha iniziato a inserirsi prepotentemente sulla trequarti viola: proprio andando a disturbare in area su un lancio lungo di Heinze è nato il gol del vantaggio di Lamela. Dell’argentino c’è poco da aggiungere ma molto da aspettare e vedere cosa ancora potrà fare e come potrà migliorare. A me ricorda moltissimo Kakà per la capacità di saltare l’uomo già al primo controllo di palla e la velocità, mentre per carattere e tigna in campo già mi sembra meglio del brasiliano. Aveva ragione Sabatini: “come lo vedrete vi innamorerete”, disse.

Borini è stato accolto al suo rientro in campo con un’ovazione, ha fatto subito quello che gli riesce meglio: mettersi a disposizione della squadra, pressare e… segnare. Non è un caso se il secondo gol nasce proprio da una sua palla rubata sulla trequarti della Fiorentina mentre la sua realizzazione personale da un rinvio sbagliato di Neto, lui era lì e ne ha approfittato. Fabio Borini mi ricorda Kuyt, e non mi sembra poco.

La Fiorentina è preoccupante e completamente Jovetic-dipendente. Il montenegrino è un giocatore in grado di fare la differenza: per tutto il match ha sciorinato solo numeri e assist, per fortuna che Ljajic era d’appetito e si è divorato almeno tre palle gol. Montolivo è stato assente ingiustificato, Salifu tutto muscoli e poco fosforo.

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