Borini era il prototipo di calciatore perfetto per il calcio di Zeman. Uno capace di tagliare dalla fascia verso il centro favorendo passaggi filtranti, uno a cui piace pressare alto, sempre a disposizione della squadra. Aggiungo: è – scusate – era uno dei pochi attaccanti esterni della rosa e, ripeto, disponibile a muoversi senza palla. Zeman ha già dichiarato “A me Borini piaceva”. Come a quattro quinti della tifoseria giallorossa ma a quanto pare a meno della metà della pletorica dirigenza giallorossa.
Ora, a quanto pare la cessione consente l’assalto a Destro. Mentre in Europa le grandi danno la caccia a Van Persie e Ibrahimovic, in Italia Milan, Inter, Juve e Roma si litigano il giovane Mattia Destro, un pezzo di stagione da titolare effettivo grazie all’infortunio di Calaió a Siena, 30 partite e 12 gol. Oggi il Corriere dello Sport valuta il possibile acquisto della comproprietà dal Genoa intorno ai 9 milioni, non prima che la società di Preziosi non abbia preso l’altra metà del cartellino dal Siena per 6. Se tutto dovesse filare liscio, l’anno prossimo ci vogliono altri 9 milioni x prendere tutto Destro, sempre che con Zeman l’attaccantino non segni 30 gol. Ce lo auguriamo.
Ora, Destro è un centravanti, generoso ma è un centravanti. La Roma in rosa ha Osvaldo (18 milioni l’anno scorso), Francesco Totti, Marco Borriello (finché i gradoni non lo convincono a scappare), il giovane Tallo e il quasi esiliato Okaka. Poi arriva Destro. Non sarà l’ennesimo doppione? Senza contare Lamela, innamorato del pallone e unico candidato a fare l’esterno d’attacco mancino, e Bojananormali l’unico attaccante capace si suggerire il passaggio filtrante e creare la superiorità numerica. Lo voglio proprio vedere all’opera l’attacco Totti-Osvaldo-Destro.
Questa operazione rischia di essere un suicidio tecnico, tattico e finanziario. Sì perché con i 3/4 di quello che hai preso per Borini compri la meta di Destro. Con le frazioni mi sono già perso ma a me non suona tanto bene. Un’operazione studiata da chi l’anno scorso ha pensato la genialata di regalare a Luis Enrique – che ama giocare con la difesa alta – un difensore buono per il corpo a corpo in area di rigore.