Quello polacco è un buon portiere. Mi è capitato spesso di vederlo giocare, è forte, non è però molto più forte di De Sanctis anche se l’età parla per lui. Il problema di Szczsney è che è abbastanza fragile psicologicamente. Ha sempre un brutto momento in cui inanella tre o quattro papere consecutive.
Deve sentirsi coccolato e messo al centro del progetto. Ecco perché, se dovesse essere confermato il prestito secco, la formula mi lascia perplesso. Non vorrei pensasse di essere qui in vacanza.
Ecco cosa non mi piace di questa Roma: gli obiettivi societari non coincidono con quelli tecnici. Se i calciatori non sono al centro del progetto, si sentono provvisori o di vantaggio, difficilmente lotteranno fino all’ultima goccia di sudore per vincere. Ed è inutile coccolarli, fargli fare quello che cazzo gli pare durante l’anno. La gratitudine non c’è, basta vedere i casi Destro, Gervinho e Doumbia che sollevano problemi per essere ceduti. Ci vuole la società e il pugno duro.